SINDROME DA RIENTRO AL LAVORO
L’estate
sta finendo e un anno se ne va, e con essa si ricomincia ad
affrontare la vita di tutti i giorni rispolverando l’agenda di
lavoro, gli affari lasciati in sospeso e mai portati a termine,
l’ansia dell’inizio scolastico, la palestra per perdere il peso
accumulato durante le ferie e lo stress, per le donne, di come
abbigliarsi la mattina per andare in ufficio.
La
tanto attesa pausa estiva, per molti lavoratori, è già giunta al
capolinea. Ritornano le ansie, la depressione si alterna alla
serenità, la spossatezza fisica ci debella anche il morale di tutti
i giorni, mentre il mal di lavoro prende il sopravvento a svantaggio
dei ricordi e dei souvenir messi in archivio, come i tuffi al mare,
le passeggiate in montagna e i balli davanti a un falò acceso in
spiaggia.
In
questi giorni, in TV e sui giornali, ci sono tanti esperti che
diffondono consigli da bravi esperti, quasi fossero santoni mediatici
pronti a dettare raccomandate come padri o madri in ansia per i
propri figli. Ci suggeriscono un’alimentazione adeguata, di evitare
grandi mangiate ricche di grassi e di non assumere alcolici o di
combattere il basso umore con il fumo. Meglio le ore notturne per
andare a dormire e non quelle del primo mattino con l’alba a colori
come da fotografia. Soprattutto essere positivi e non vedere il
bicchiere mezzo vuoto.
Una
buona regola che non vale per tutti. Come faranno i precari in cerca
di una conferma lavorativa ? I professori che aspettano la chiamata
all’insegnamento che mai arriverà, e i giovani con la valigia
pronta per fuggire da questo Paese, ritenuti fannulloni per delle
scelte avventate fatte a causa di una politica sbagliata. Magari si
va in vacanza illudendosi che che ancora qualcosa di buono può
accadere, cantando il tormentone ascoltato in spiaggia sotto il sole
accanto alla persona amata, oppure si aspettano le ferie natalizie,
perché: “dopotutto domani è un altro giorno”.
Agosta A.
Commenti
Posta un commento