La felicità comincia a 50 anni?
La
felicità non esiste, e non è solo un modo di dire. Forse è solo
uno stato d'animo per pochi, con la consapevolezza che il mondo è
come un castello di sabbia che si sbriciola al vento.
Un
tempo si diceva che la felicità cominciava all'età di 40 anni,
quando un uomo e donna raggiungevano l'apice del successo lavorativo
e avevano alle spalle un matrimonio delle più classiche fiabe con il
finale: e vissero felici e contenti.
Oggi
tutto è cambiato, a 40 anni si vive ancora in casa con i propri
genitori, gli studi universitari non finiscono mai e la ricerca di un
posto di lavoro sembra quasi un miraggio nel deserto.
Adesso,
la felicità si è spostata di dieci anni, perché la vera vita
comincia
a 50 anni. L'uomo occupa un lavoro di responsabilità ed è più
appagato sessualmente, vivendo una seconda vita dopo il divorzio di
quel matrimonio dal finale “E vissero felici e contenti”, mentre
la donna ha cresciuto i propri figli e non teme brutte sorprese dopo
una notte di piacere con uomo conosciuto per caso.
Secondo
uno studio fatto dall'Australian Institute of Family Studies, al
quanto contraddittorio, su un campione di oltre 27 mila persone di
età fra 15 a 90 anni in un arco di tempo di 12 anni, per una madre
l'arrivo di un bebè provoca un calo di felicità, più marcato nel
secondo anno per i problemi legati a un futuro incerto e la netta
rottura con il proprio mondo interiore. Una felicità che raggiungerà
i massimi livelli quando i figli andranno via di casa.
Agosta A.
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