Giubbini catarifrangenti per le prostitute. Paga il sindaco
A
Spino d’Adda, nel Cremonese, il sindaco ha imposto alle prostitute
di indossare il giubbino catarifrangente durante le ore di “lavoro”,
altrimenti rischiano una multa di 500 euro.
Quasi
fosse un vero lavoro, quello dello squillo, è stato imposto anche un
orario in cui è obbligatorio portare addosso la casacca salva vita,
comprate di tasca propria dal vice sindaco, Luciano Sinigaglia, dalle
8 del mattino alle 18 di sera, mentre per le ore notturne i pantaloni
con le strisce riflettenti.
La
maggior parte delle prostitute sono ragazze che provengono dalla
Nigeria e dal Ghana, si trovano in Italia per rifarsi un futuro, si
fa per dire, lontano dal loro Paese che non offre nulla di buono.
Il
piacere si paga, e non tutte le ragazze sono disposte ad accettare
l’ordinanza del sindaco del luogo, Paolo Riccaboni, perché
abbigliate in quella maniera rischiano di apparire poco interessanti
ai clienti. «Non
vogliamo pagare la sanzione anche se, vestite in questo modo, temiamo
di perdere clienti. Volendo ci possiamo spostare nei luoghi dove non
c’è nessun obbligo, ci mettiamo poco a mettere insieme 500 euro».
Con queste parole le ragazze dell’Est sono pronte a continuare la
loro professione lavorativa sulle strade.
Agosta A.
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