A VIENNA I SEMAFORI DIVENTANO GAY FRIENDLY

Vienna, capitale federale austriaca, ha in programma tre eventi importanti che accenderanno le luci su una città aperta alle diversità sessuali con le sue molteplicità di temi e di significati. La città sta preparando i suoi abitanti e la gente che arriverà da tutte le parti del mondo, a una visione più libera e meno retrograda della vita di coppia gay, fatta di ostacoli e alla ricerca di una relazione affettivamente più appagante.
Il Life Ball, a favore della lotta contro l’Aids, atteso il 16 maggio, aprirà uno dei tre eventi previsti in città. Seguirà, dal 19 al 23 maggio, l’Eurovision Song Contest, con la diretta televisiva in tutti i Paesi europei, palcoscenico musicale che lo scorso anno incoronò Conchita Wurst, cantante drag queen austriaca, alla 59esima edizione del Festival. Per poi concludere, il 20 giugno, con il Vienna Pride.
Con l’occasione la città ha riprogrammato, in modo divertente, i semafori tradizionali con quelli gay friendly, “amichevole nei confronti dei gay”, agli incroci delle strade, dove le figurine di coppie gay e lesbiche, con cuoricino a seguito, sostituiranno gli omini ordinari. Il progetto è stato curato da Elmar Burchia con foto di Reuters, a un costo di 63 mila euro. L’iniziativa resterà attiva nei mesi di maggio e giugno, aspettando di ripristinare il vecchio sistema più consono alle persone dalla mentalità obsoleta.
In quei giorni, sempre a Vienna, sono previste altre iniziative che richiameranno la stessa tematica dei semafori gay friendly, per avvicinare la gente a un problema scottante come quella della diversità sessuale.
L’Austria non vuole iniziare una guerra contro l’omofobia, semmai far capire che la sessualità è una componente fondamentale della vita di coppia anche tra due uomini o due donne.
Per anni il problema dell’omosessualità, in tutte le parti del mondo, è sempre stato considerato un flagello sociale, come la peste da debellare e nocivo per chi lo vive in prima persona. Trent’anni fa, a Cuba, paese comunista per eccellenza, chi si dichiarava un omofilo rischiava l’espulsione dal posto di lavoro, a contatto diretto con il pubblico, l’interruzione degli studi o la condanna a vivere ghettizzato e isolato dal resto del mondo.

Agosta A.

 

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