Oriana Fallaci e la sua pazzia di scrivere il vero

Voglio morire nella Torre dei Mannelli guardando l'Arno dal Ponte Vecchio”. Lei è Orina Fallaci, tra le giornaliste più discusse e apprezzate del l'ultimo ventennio. Muore a a Firenze il 15 settembre 2006, dopo una lunga malattia.
Figlia di un attivo antifascista, Edoardo, questo era il suo nome, sin da giovanissima si unisce al movimento clandestino della Resistenza Giustizia e Libertà, con compiti di vendetta. Il suo coinvolgimento sarà riconosciuto con una medaglia d'onore rilasciata dall'Esercito Italiano.
Il suo modo ribelle di raccontare il mondo che la circonda, da inviata tra le zone di guerra del suo periodo, farà di lei quel personaggio tanto scomodo e tanto amato dall'opinione pubblica.
La Fallaci si batte in prima persona per far conoscere quelle verità non dette del coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam. Non risparmia nessuno. Tutti hanno le loro colpe. Vietcong, comunisti, sudvietnamiti e statunitensi. Commenterà, da corrispondente di guerra, le menzogne e le atrocità di un complotto belligerante di cui nessuno ne parlerà.
Niente è cosi' sia”. Romanzo pubblicato nel 1969, dove criticherà duramente i vandalismi degli studenti borghesi che osano invocare Che Guevara e poi vivono in casa nel lusso più assoluto.
Oriana diceva di avere solo una colpa: “quella di essere nata una donna e in un periodo sbagliato. Mentre un uomo ha tante possibilità, anche se fa parte di un complotto schifosamente maschilista”.
...La solita tragedia dell'individuo che non si adegua, che non si rassegna, che pensa con la propria testa , e per questo muore da tutti . Eccola, e tuo mio unico interlocutore possibile, laggiù sottoterra, mentre l'orologio senza lancette segna il cammino della memoria”.
Un uomo”. Come il titolo del suo romanzo pubblicato nel 1979, dove narra la storia di Alekos Panagulis, suo compagno nella vita. Panagulis, studente d'ingegneria, fu catturato, torturato e condannato a morte, si era ribellato allo strapotente del tiranno della Grecia Georgios Papadopoulos.
L'11 settembre 2001 non è solo una data da calendario. Quel giorno il mondo ha versato lacrime volute dalla decadenza della civiltà occidentale, minacciata dal fondamentalismo islamico, incapace di difendersi. Parole di Oriana Fallaci, contestata per la sua frase estremista sull'islamizzazione dell'Occidente. “Troia brucia, Troia brucia. Gli spalancano la porta al Mostro. Della guerra ho visto tutto, tranne uomini gettarsi dall'alto senza paracaduti. Tutto il mondo è coinvolto in questo gioco chiamato Guerra”.
Lettera a un bambino mai nato”. La scrittrice non scrive solo di guerra. Ci sono momenti in cui nel suo io più nascosto nutre lo sconforto di non essere diventata una madre. “Ma io ti perdono mamma; non tornare al nulla con me, io nascerò un'altra volta”.
L'Oriana”. Una miniserie trasmessa da Rai1 la prossima stagione televisiva, prodotta dalla RaiFiction e Fandango Tv. Vittoria Puccini, diretta dal regista Marco Turco, sarà l'interprete principale.

Agosta A.

 

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