ANCHE GLI ANZIANI PIANGONO

Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. Poesia ermetica scritta da Giuseppe Ungaretti durante il secondo conflitto mondiale. La poesia era riferita ai soldati morti per mano dei nemici. «Ti svegli la mattina consapevole che quello può essere il tuo ultimo giorno sulla Terra».
Lo stesso pensiero vissuto dagli anziani che vivono rinchiusi nelle “case famiglia”, lontano dai propri figli e dei tanti ricordi racchiusi nel cassetto della mente.
Nessuno piangerà il loro declino fisico che li porterà alla morte. Un anziano è come la zavorra di una vita avversa. Il loro silenzio non fa rumore, a nessuno interessa quello che hanno da raccontare, per tutti gli anziani sono privi di sentimenti. Sei una camicia da notte che vaga nelle stanze lasciate vuote dall’amore.
Eppure, sono tanti i casi in cui gli anziani vengono picchiati e derisi dalle stesse persone che dovrebbero avere a cuore la loro precarietà fisica. A volte non basta pagare una retta per ricevere le giuste cure. «Tu sei anziano e pronto a lasciare questo mondo, non sei nessuno».
Le case famiglia gestite dai delinquenti sono all’ordine del giorno, come i casi di maltrattamento a spese degli anziani sofferenti.
Un anziano piange in silenzio, lontano dagli sguardi dei propri cari, perché il pianto è per i deboli.
La carezza aiuta ad affrontare meglio la vita di tutti noi, anche per gli anziani.

Agosta A.

 

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