«Mi offrite la cena? Vi prego, muoio di fame». Lui era Bob Dylan
«Hi
girls, where are you from?». Ciao,
ragazze, di dove siete? Poi, senza aspettare la risposta, supplicò:
«Mi offrite la cena? Vi prego, muoio
di fame».
Con queste parole, Robert
Zimmerman, quello che poi diventerà il grande Bob Dylan, si
presentò a un gruppo di ragazze sedute attorno a un tavolo assorte a
consumare il pranzo.
A
raccontarlo è Anny Gianchetti, oggi 72enne, la donna che nel 1961
conobbe Bob in circostanze strane. Dylan si aggirava in un locale
newyorchese scrutando la gente seduta attorno ai tavoli. «Sembrava
un senza tetto. Era magro,
indossava una camicia a quadretti, un paio di pantaloni stazzonati,
portava una chitarra sulle spalle e attorno al collo aveva
un’armonica a bocca».
La
signora Gianchetti racconta l’approccio di Bob Dylan con lei e le
sue amiche, e di come avvenne in modo cordiale. Chiedeva qualcosa da
mettere sotto i denti. «Ci
impietosì e gli regalammo un vassoio di patatine fritte».
Dylan,
per disobbligarsi da quel gesto generoso, invitò le ragazze al suo
concerto che si sarebbe tenuto la stessa sera al Gerde’s
Folk City,
nel cuore del Village.
Anny
e le sue amiche furono conquistate dalla bravura di quel ragazzo.
«Suonava
da Dio, e con la sua voce nasale e intensa, era davvero unico».
La
serata si concluse con l’acquisto di un 45 giri e l’autografo di
rito. Solo qualche anno dopo, la signora Gianchetti
e il resto della compagnia capirono di aver dato da mangiare al
grande Bob Dylan.
Agosta A.
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