Oscar 2015, tutti i vincitori. Trionfano Birdman, Julianne Moore e Eddie Redmayne

E' stato l'Oscar di Birdman. Il film di Alejandro Gonzales Innaritu sul percorso di un attore sul viale del tramonto che aveva aperto il festival di Venezia è il miglior film del 2015, e ha ottenuto anche i premi per il miglior regista, la migliore sceneggiatura originale e la fotografia. Perché la festa fosse completa per Birdman è mancata una vittoria, quella di Michael Keaton candidato migliore attore protagonista. Il premio è andato a Eddie Redmayne per la sua notevole interpretazione del fisico affetto da SLA Stephen Hawking, in la Teoria del tutto.
Anche l'onirico film su un ragazzo di portineria in un decadente Hotel di Budapest, scritto e diretto da Wes Anderson, The Grand Budapest Hotel, ha ottenuto quattro statuette, compresa quella a Milena Canonero che ha vinto il suo quarto Oscar per i costumi (gli altri Oscar ottenuti dal film di Anderson sono per la colonna sonora, del francese Alexander Desplat, per il makeup e per la produzione).
Sintetica la Canonero nell'accettare l'Oscar: ha ringraziato Wes Anderson, per questo e per i film precedenti con cui hanno collaborato insieme, Life Acquatic e Darjeeling Limited. "Sei come un direttore d'orchestra, un compositore, sei la nostra fonte di ispirazione" ha detto la costumista torinese che non si è presentata in sala stampa per commentare la sua vittoria. Delusione invece per Boyhood.
Il film di Richard Linklater che era fra i favoriti ma che non ha vinto molto. La storia di crescita lunga 12 anni di un ragazzo, dai sei ai 18, è valsa solo l'ampiamente previsto Oscar per la migliore attrice non protagonista, andato a Patricia Arquette. Confermate anche le statuette a Julianne Moore migliore attrice protagonista per il dramma sull'Alzhaimer Still Alice e a J.K. Simmons, migliore non protagonista per Whiplash.
E' stato anche l'Oscar dell'impegno sociale. Molti degli artisti saliti sul palco hanno voluto sfruttare il palco degli Oscar per lanciare il loro messaggio. Patricia Arquette ha fatto alzare in piedi per applaudire Meryl Streep e Jennifer Lopez, quando ha parlato dei diritti delle donne americane, soprattutto il diritto ad avere uguali trattamenti economici sul lavoro. In sala stampa ha poi parlato di un progetto che la vede coinvolta per portare sanitizzazione ecologica in posti remoti nel mondo "Stamattina, invece che farmi una stupida manicure mi sono occupata del sito GiveLove.org. Non ho mai pensato di ottenere un oscar, ma ho sempre pensato che nella mia vita avrei aiutato gli altri, l'ho fatto in passato, lo farò in futuro".
Toccante il discorso dello sceneggiatore di Imitation game, Graham Moore che a soli 31 anni ha ottenuto un Oscar per la migliore sceneggiatura non originale. Graham è gay come Alan Turing il matematico che riuscì a decifrare il codice nazista Enigma ma che dopo la guerra fu condannato a causa della sua omosessualità.
"A 16 anni ho tentato di uccidermi perché mi sentivo strano e diverso. - ha raccontato il giovane sceneggiatore - Ora sono qui, anche per Alan Turing che non ha avuto possibilità di salire su un palco come questo a far sentire la sua voce. Dico ai ragazzi come me: non vergognatevi di essere diversi e fate sentire la vostra voce, passate il messaggio perché a nessuno venga in mente di tentare il suicidio per la sua diversità".
L'immigrazione è stato il tema toccato dal messicano Inarritu, estatico per le tante vittorie ottenute dal suo film, ma determinato a spendere una parola per i tanti connazionali che vivono senza diritti negli Stati Uniti, Inarritu ha detto di sperare che l'America trovi una soluzione per loro, perché continui a essere quella grande nazione fatta di immigranti che è sempre stata.
John Legend e Common, che hanno vinto per la migliore canzone, Glory, che fa parte della colonna sonora del film Selma, ha toccato il tema dei diritti delle minoranze etniche, mentre Julianne Moore ha ricordato che film come Still Alice portano coscienza su una malattia come l'Alzhaimer "Occorre parlarne perché è solo quando c'è coscienza sociale su una malattia si trova la cura". Parole forti, sul diritto alla privacy sono arrivate dai realizzatori del documentario CitizenFour, sulla storia di Edward Snowden risultato il miglior documentario. Come sempre accanto ai vincitori ci sono i perdenti, e Boyhood e il suo regista Richard Linklater, hanno perso molto. Il progetto, durato 12 anni, gli anni della crescita del protagonista, non ha pagato, nonostante le previsioni della vigilia. In molti avrebbero scommesso che l'Oscar alla regia sarebbe andato a lui. Ha perso anche American Sniper, il film di Clint Eastwood che racconta la guerra in Iraq portando sullo schermo la storia vera del più letale cecchino d'America. Ha ottenuto solo la statuetta per il sound editing, ma si consola al botteghino dove ha incassato 300 milioni di dollari. Ma il più deluso probabilmente ieri sera è stato Michael Keaton, che per molto tempo era stato dato per vincente nella categoria migliore attore protagonista. Poi Eddie Redmayne ha vinto il Sag e il Bafta, di solito ottimi indicatori delle preferenze dell'Academy e la stella di Keaton ha iniziato a cadere, come quella del personaggio interpretato sullo schermo. Piacevole la conduzione di Neil Patrick Harris, alla sua prima esperienza con gli Oscar, ha coinvolto gli attori in sala, ha cantato, ha fatto battute e non ha esitato di mostrarsi in mutande, suscitando le risate del pubblico.

Ansa


La notte del Cinema è finalmente arrivata. Dopo un lungo red carpet, il Dolby Theatre ha aperto le sue porte per dare il via alla cerimonia degli Oscar 2015.
Una premiazione che non ha visto davvero nessuna sorpresa e che, salvo nei premi tecnici, ha seguito una scaletta che pareva già scritta e conosciuta da settimane. Se volessimo trovare un grande sconfitto questo è di sicuro il Boyhood di Richard Linklater che è uscito quasi totalmente a bocca asciutta. Vittoria senza quartiere invece per Birdman di Alejandro González Iñárritu che ha conquistato la statuetta come Miglior Film, come Miglior Regista, Miglior Sceneggiatura Originale e Migliore Fotografia (secondo Oscar in due anni per Emmanuel Lubezki).
La serata ha preso il via in grande stile con un numero musicale di Neil Patrick Harris (presentatore e mattatore che ha messo in luce anche la sua passione per l'illusionismo) che, per qualche momento, ha duettato anche con Jack Black e Anna Kendrick ripronendo uno stile di conduzione brillante à la Billy Crystal.
Dopo un brevissimo monologo, Harris ha poi introdotto senza indugi il premio come Migliore Attore Non Protagonista che è stato consegnato da Lupita Nyong’o all'ultra favorito J.K. Simmons per Whiplash che ha così confermato tutte le previsione della vigilia. Previsione confermata anche per Patricia Arquette che ha vinto il premio come Miglior Attrice non Protagonista ricevendo l'Oscar dalle mani di Jared Leto. L'attrice, nel suo discorso di ringraziamento, ha voluto ricordare il sempre presente problema dei pari diritti per le donne (e della differenza dei compensi) anche nel mondo del cinema sollevando una vera ovazione da parte del pubblico presente.
Per quanto riguarda i premi per Migliore Attore e Attrice protagonista, anche in questo campo non ci sono state sorprese di sorta con le vittorie di un commossissimo Eddie Redmayne (La Teoria del Tutto) e dell’intensa e stra-favorita Julianne Moore per Still Alice.

L'Oscar come Migliore Sceneggiatura non Originale è stato vinto da The Imitation Game nella figura di Graham Moore (che ha dato vita a un dicorso molto toccante ricordando la figura di Alan Turing).

Soddisfazione per l'Italia grazie al trionfo di Milena Canonero nella categoria Migliori Costumi per The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, che ha ricevuto il quarto Oscar della sua carriera dalle mani di Chris Pine e Jennifer Lopez. Vittoria di The Grand Budapest Hotel anche nella categoria Trucco e Parrucco dove a stringere l'ambita statuetta sono saliti sul palco Frances Hannon e Mark Coulier.
Il premio come Miglior Film Straniero è andato al polacco Ida. In tema cortometraggi, Miglior Cortometraggio è andato The Phone Call, Miglior Cortometraggio Documentario è invece stato consegnato a Crisis Hotline: Veterans Press 1 e infine l'Oscar come Miglior Cortometraggio Animato è stato vinto da Feast prodotto dalla Disney.
Rimanendo in tema di cartoons -e in tema Disney- il vincitore del Miglior Film di Animazione è stato il trionfatore al box office Big Hero 6. Miglior documentario è stato invece vinto da CitizenFour di Laura Poitras, Mathilde Bonnefoy e Dirk Wilutzky. Peccato per Wim Wenders nominato per Il sale della terra.

Sul fronte premi tecnici, Sound Mixing e Miglior Sound Editing sono andati rispettivamente a Whiplash (vincitore anche del premio come Miglior Montaggio) e America Sniper; Migliori Effetti Speciali sono stati giudicati quelli di Interstellar di Christopher Nolan. Gli Oscar come Migliore Scenografia e Migliore Colonna sonora (nella figura di Alexandre Desplat) sono andati a The Grand Budapest Hotel, riconfermando l'opera di Wes Anderson come una tra le assolute protagoniste di questa 87esima edizione degli Academy Awards.
Tante le canzoni della serata a partire da Lost Stars di Adam Levine dei Maroon 5 che si è esibito dopo essere stato introdotto dalla stella di 50 Sfumature di Grigio, Dakota Johnson e l'esibizione di Tegan e Sara di Everyting is Awesome canzone di The Lego Movie (con annessi Oscar costruiti con i mattoncini). Presenti anche Rita Ora, Lady Gaga (protagonista di una special performance sulle note di Tutti Insieme Appassionatamente a cui è seguito un toccante momento con Julie Andrews) e Common e John Legend che hanno eseguito Glory (finita con una standing ovation da parte di tutto il Dolby Theatre e facendo commuovere molti dei presenti tra cui Chris Pine) vincendo anche un meritatissimo Oscar per Migliore Canzone.
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