BULLISMO. PROFESSORE UMILIATO E INSULTATO DAGLI ALUNNI

O Capitano! Mio capitano!”. Così veniva salutato Robin Williams, nelle vesti di professore, nel film “L’attimo fuggente”. Scena storica di una pellicola da premio Oscar.
Siamo lontani da quei comportamenti cortesi nei confronti dei professori, abbiamo dimenticato il rispetto che gli insegnanti pretendevano dai loro alunni.
Passano i tempi, passano gli usi e cambia anche l’educazione adolescenziale. Ne sa qualcosa un professore di un Istituto di Conegliano, in provincia di Treviso, denigrato durante la sua lezione con atteggiamenti di bullismo e cori offensivi dai suoi studenti.
I ragazzi, allegri e gioiosi, stavano in piedi sghignazzando e pronti a lanciare palline di carta contro il professore, mentre altri studenti lo picchiavano in testa con un’asta di legno, suscitando una festosità improvvisa tra i ragazzi in balia di puro divertimento, noncuranti di una visita improvvisa da parte di una persona esterna.
Il professore, impotente, esasperato e in silenzio, si alza e s’incammina verso la porta, ma gli insulti continuano senza sosta. Qualcuno pensa bene di svuotargli un cestino di carta in testa, simulando calci e pugni.
La scena è stata ripresa da un telefonino e pubblicata nei Social Netwok.
I bulli, gli artefici dello scherzo, sono stati puniti dal dirigente scolastico. Due ragazzi sono stati espulsi dalla scuola , mentre per altri è scattata una lunga sospensione.
Il bullismo è una piaga sociale dura da combattere, soprattutto a scuola tra i giovani in balia di loro stessi. Il bullismo è un problema serio e, spesso, sfonda il muro della sensibilità, aggredendo le insicurezze nascoste dietro a quegli individui con una disabilità fisica o sociale.
Un tempo i casi di bullismo si verificavano tra i giovani che vivono nei quartiere disagiati. Adesso si è spostato nei quartieri borghesi, creando un vero problema collettivo.
La scuola invece  è quell’istituzione che deve incoraggiare i ragazzi a denunciare gli episodi di bullismo, altrimenti le cose andranno sempre peggio.

Agosta A.

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