Apple 'blinda' gli iPhone, "Non possono costringerci allo sblocco"
La Apple blinda gli iPhone e alza il tiro nella battaglia
sulla privacy contro il governo Usa. Con il fermo rifiuto da una parte
di sbloccare l'iPhone di uno degli autori della strage di San
Bernardino, ("non ci possono forzare, viola i diritti costituzionali") e
il mandato ai suoi ingegneri di sviluppare nuove misure di sicurezza
che renderanno impossibile accedere ad un iPhone bloccato usando metodi
simili a quelli al centro della battaglia legale che si sta combattendo
davanti alla magistratura californiana. Della stretta voluta da Apple
per blindare i suoi sistemi parla il New York Times, citando fonti
vicine alla società ed esperti del settore, mentre anche il Financial
Times ha riferito che Apple è al lavoro per rafforzare i suoi sistemi,
come blindare iCloud per esempio, allo scopo di rendere più difficile la
violazione da parte di hacker ma di fatto alzando un muro invalicabile
anche per le autorità inquirenti.
Poi è sembrata arrivare una sorta di conferma anche dallo stesso Cook
che, in una intervista alla Abc, ha mostrato determinazione nel voler
andare "fino in fondo" nel caso del telefono del killer di San
Bernardino, dicendosi pronto a ricorrere anche alla Corte Suprema se
necessario. Perché, a suo avviso, quello che Washington in questo caso
chiede - ovvero forzare lo sblocco dell'iPhone incriminato - è
"l'equivalente software del cancro". e "che potrebbe esporre le persone a
pesanti vulnerabilità".
Un pericolo da evitare, secondo il numero uno della Mela, che si è
detto pronto a parlare con l'amministrazione, con Barack Obama in
persona, per risolvere la vicenda nel migliore dei modi. Intanto, nella
documentazione depositata in tribunale con la quale spiega il suo
rifiuto alla richiesta dell'Fbi di sbloccare l'iPhone del killer di San
Bernardino, Apple sottolinea quella che a suo avviso e' una 'forzatura'
inaccettabile, perche' ''viola i diritti costituzionali'', si legge. E
chiedendo al giudice di annullare l'ordine di sblocco, Cupertino accusa
l'Fbi di volere acquisire un ''potere pericoloso''. In gioco c'è un tema
più vasto: l'equilibrio tra sicurezza e privacy.
Così se Apple riuscisse a rafforzare i suoi sistemi di sicurezza - e
secondo gli esperti ha tutti gli elementi per poterlo fare - ciò
costituirebbe la più significativa sfida tecnologica lanciata finora
alle forze dell'ordine e all'intelligence. Questo anche se
l'amministrazione Obama dovesse vincere la sua battaglia legale
sull'iPhone dell'attentatore di San Bernadino, perché per far fronte
all'eventuale stretta di Apple sarà necessario elaborare anche nuovi
strumenti legislativi, rendendo inevitabile il coinvolgimento del
Congresso, che sarebbe chiamato a definire quali sono gli eventuali
obblighi della società informatiche in casi del genere. Intanto il capo
dell'agenzia federale ha tentato di gettare acqua sul fuoco: "Non stiamo
cercando di creare un precedente", ha assicurato il direttore dell'Fbi
James Comey in un'audizione al Congresso. Eppure, ha osservato, sul caso
Apple "c'è bisogno di un ampio dibattito a livello nazionale: l'Fbi
deve spiegare i costi della privacy".
Google e Facebook si schierano con Apple nella battaglia contro l'Fbi
che ha chiesto a Cupertino di sbloccare l'iPhone del killer di San
Bernardino. Lo riporta la Cnbc citando alcune fonti, secondo le quali i
due colossi presenteranno in tribunale mozioni a sostegno di Apple. Ad
appoggiare Apple sarebbe anche Twitter che, secondo indiscrezioni,
presenterà una mozione 'amichevole' in tribunale a sostegno di
Cupertino. La Silicon Valley si compatta quindi a sostegno di Apple e
del suo rifiuto alla richiesta dell'Fbi di sbloccare l'iPhone del killer
di San Bernardino. Apple ritiene che la richiesta violi i diritti
costituzionali, soprattutto il primo e il quinto emendamento. La
richiesta è ''senza precedenti'' e ''non sostenuta dalla legge. Questo
non è un caso che riguarda un singolo iPhone. Nessuna corte ha mai
autorizzato quello che il governo sta cercando ora, nessuna legge
appoggia un uso così illimitato del processo giudiziario''.
Ansa
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