Riscoprendo il romanzo “Va dove ti porta il cuore”

Rispolverando un vecchio baule, nascosto nel garage di casa mia, ho trovato una serie di libri che ho letto con molto piacere durante la mia post-adolescenza, spero di non aver sbagliato il termine, tra questi c’era il romanzo di Susanna Tamaro: “Va dove ti porta il cuore”, un best-seller pubblicato nel 1994 che ha venduto più di 16 milioni di copie in tutto il mondo.
All’epoca avevo 22 anni, mi sentivo già un uomo, frequentavo l’università e allo stesso tempo lavoravo, quasi snobbavo certe letture da donna. Fu una mia collega della mia stessa facoltà a spingermi nella lettura di questo romanzo, aveva pianto dalla prima all’ultima pagina. Quasi ridevo.
Un pomeriggio inizia a leggerlo, fuori pioveva, forse era questa la scusa, ero sicuro di chiuderlo già dal primo capitolo, non amo la lacrima facile. Mi dovetti ricredere. Non piansi, sono un uomo, però la storia mi entrò dentro e quasi immaginavo i dialoghi tra le due protagoniste. Il racconto di una madre, Olga, frustrata da una vita vissuta all’ombra del fratello morto prima della sua nascita e vivendo con un segreto d’amore che porterà fino alla tomba, perché nessuno doveva sapere, neanche il marito, oltre a rendere docile il rapporto ribelle della figlia Ilaria.
La storia viene raccontata come il diario per un dolore sordo, scritto dalla nonna Olga e regalo alla nipote che crescerà dopo la morte della madre a seguito di un incidente stradale.
Olga nasce da una famiglia borghese delle più classiche della sua città e del suo tempo, nasconderà la sua rabbia dietro un filo di perle dal quale non si staccherà mai. Quella borghesia annebbiata tanto odiata dalla figlia Ilaria.
La protagonista farà un viaggio virtuale della propria infanzia e della propria adolescenza per nulla facile, trattenendo quelle lacrime che non è riuscita mai a versare, neanche durante i funerali della figlia.
Tu non sarai mai il ripiego a tuo fratello morto”. Parole dette dai genitori della piccola Olga, per nulla affettuosi nei suoi confronti, la donna che in seguito crescerà la nipote rimasta orfana.
L’autrice, Susanna Tamaro, fu accusata di essere troppo sentimentalista a tratti irrazionale dinanzi ai problemi della vita, quasi fosse la sua autobiografia.
Del romanzo fu realizzato un film di successo interpretato da una bravissima Virna Lisi e una preparatissima Margherita Buy, dirette dalla regista Cristina Comencini.
Il romanzo l’ho riletto vent’anni dopo, ovvero adesso, stavolta non pioveva, con la maturità di un quarant’enne che riscopre il suo passato racchiuso in un vecchio baule. 

Agosta A.

 

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