L’inferno congelato degli Eagles
Su
progetto di Glenn Frey (chitarra) e Don Henley (batteria), già membri della
band di supporto di Linda Ronstadt, con l’aggiunta di Randy Meisner (basso) e
Bernie Leadon (chitarra, mandolino e banjo), nel 1971 fu fondato il gruppo
degli Eagles, mentre l’anno successivo, era il 1972, il loro primo album riprende lo stesso nome
della band, “Eagles”.
Un
gruppo musicale statunitense rock dall’orientamento country prima e con uno
stile elettrico dopo, una band fra i più influenti degli anni settanta e della
musica contemporanea, con un successo riconfermato nei decenni successivi caratterizzato
dai diversi tour mondiali e dai progetti individuali.
Inizialmente
fu scelto il nome: “Teen King and the Emeregencies”, per poi cambiarlo con
quello attuale, “Eagles”, perché piaceva il suono della parola e il fatto di
essere paragonati alla band “The Byrds”.
Come
accade per tutte le realtà musicali di
successo, la storia ne è piena, anche per gli Eagles la loro convivenza
musicale inizia a vacillare dopo l’uscita dell’album “Hotel California”,
pubblicato l’8 dicembre del 1976, orfano del suo fondatore, Bernie Leadon,
sostituito dal chitarrista Joe Walsh. Il pezzo, Hotel California, risulterà
quel capolavoro che proietterà la band nell’olimpo del rock, oltre a
incrementare il record di vendite della raccolta “Their Greates Hits
(1971-1975)”, con 42 milioni di copie nel mondo.
Il
1980 coincide con l’ultimo concerto prima della lunga pausa e il litigio tra i
due musicisti, Frey e Felder. Nello stesso anno viene pubblicato l’album dal
vivo “Eagles Live” e, due anni dopo, la
raccolta “Eagles Greatest Hits, Vol. 2.
Negli anni ‘90 la band è tornata al successo ma
non è riuscita a eguagliare gli anni d’oro dei loro esordi musicali.Agosta A.
Commenti
Posta un commento