Audrey Hepburn raccontata dal figlio Luca



Audrey era donna di classe dall’accento italianizzato, perché visse per quasi vent’anni a Roma dal 1968 fino agli inizi degli anni ’90. Tutti noi la ricordiamo nei panni di Holly Golightly nel film “Colazione da Tiffany” o la principessa Anna in “Vacanze romane”, due pellicole che consacrarono il suo successo nella cinematografia internazionale.
Pare che dopo aver recitato a Roma, sul vespone con Gregory Peck, si sia innamorata della città più bella del mondo e abbia sposato appieno la sua cultura popolare, nascosta dietro i fornelli delle trattorie tipiche della zona e i vecchi quartieri raccontati nei film degli attori di casa nostra. Parlava bene la lingua italiana con un accento tutto suo e con un ottimo uso dei vocaboli, oltre a conoscere lo spagnolo, l’olandese e il tedesco. 
«Mia madre sapeva mescolarsi alla gente e la parte bella della romanità è che i romani hanno capito che lei voleva essere romana, che non voleva essere la star... Così, in qualche modo, l’hanno sempre protetta, per vent’anni. E lo fanno tuttora». Così la ricorda su figlio Luca, secondogenito dell’attrice, nel ricordo di una madre sempre presente e affettuosa nei suoi confronti. Una donna che non snobbava la quotidianità della gente che lavora o stava dietro i fornelli a cucinare i piatti tradizionali romani. Audrey era diventata una brava casalinga romana.  
Audrey non si riteneva una Diva e neanche una donna bella, diceva di avere i piedi grossi, il naso piccolo ed era troppo magra, ma soprattutto era molto contenta d’invecchiare come una comune mortale, perché significava avere più tempo per se stessa e la famiglia.
Sempre secondo il racconto del figlio, sua madre non faceva la vita da reclusa e non viveva dietro delle sbarre, lei non era una diva, amava camminare per strada e magari parlare con la gente che la fermava anche per un semplice saluto.
Luca rimpiange il fatto che i suoi figli non l’hanno conosciuta, ne è sicuro, sua madre sarebbe stata un’ottima nonna premurosa con i suoi nipoti come lo è stato con i figli.
Non nasconde il matrimonio fallimentare con il padre, Andre Dotti, un uomo dieci anni più giovane della madre. Un rapporto per nulla facile con una donna icona del panorama hollywoodiano, la donna ideale per un cinema, come quello americano, in cui il divismo era di casa. Audrey Hepburn era diversa, ed è per questo motivo che scelse di vivere in Italia, Roma, per sfuggire a quel mondo ovattato.
«Il profumo. La leggera sensazione di un odore. Scherzavamo spesso sul fatto che entrambi avevamo un olfatto molto sensibile. Perciò ci sono alcuni aromi, una torta, un fiore, cose del genere. Non è una questione fisica, ma è potente. E ogni primavera, specialmente qui a Roma, hai questo profumo di fiori d’arancio nell’aria. Arriva la primavera, che era la sua stagione preferita, e mi fa pensare a lei». 

Agosta A.

 

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