RICORDO DI UN’ESTATE CHE VORREI NON FINISSE MAI
“L’estate
sta finendo e un anno se ne va”,
come cantavano i Righeira trentanni fa, era l’estate del 1985.
Tutti noi, ogni anno, attendiamo la bella stagione dopo aver
trascorso un inverno freddo e piovoso dentro il nostro vestiario
grigio e severo.
Con
molto anticipo si programmano le vacanze nelle più belle mete
balneari come quelle delle cartoline illustrate. Maldive, Cuba, Ibiza
o semplicemente rimanendo nel nostro bel Paese, che non ha nulla da
invidiare a nessuno. Ci sono le città d’arte, i piccoli luoghi in
cui è nata la nostra storia, le città sono musei a cielo aperto e
il mare campeggia quasi ovunque. Cosa vogliamo più dalla vita?
Eppure la valigia è sempre pronta per nuove destinazioni straniere.
La
donna, in spiaggia, indossa il bikini mettendolo in bella mostra un
seno rifatto e una pelle dorata dal sole, mentre l’uomo sfodera i
suoi muscoli gonfiati nelle lunghe ore passate in palestra. Fa tutto
parte di un rituale che si ripete tutti gli anni, come se fossimo gli
attori di un copione da rispettare.
“Sapore
di mare”.
Non è solo il titolo di un famoso film dai nostalgici ricordi della
nostra adolescenza. Sul litorale accade di tutto, dai fidanzatini
sdraiati sulla battigia abbracciati e intenti a promettersi amore
eterno. Il classico venditore di cocco, dai nomi più caratteristici,
che irrompe la carezza del sole sulla nostra pelle per urlarci che il
suo cocco è buono e fresco, oltre ai vucumprà che venderebbero casa
pur di mettere qualcosa da mangiare nello stomaco.
Poi
non devono mancare le frittatine di mamma Lucia, l’incubo dei
ragazzini, la classica donna dalle commedie all’italiana, viso
tondo, guance rosse e paffutelle. Incarna la classica salute della
cucina d’Italia, perché la spiaggia è la tua seconda casa, e non
sarà un mare blu e agitato a farti passare la fame.
Balli
di gruppo sulle balere o in riva al mare attorno a un grande falò,
sotto l’ebbrezza di un cocktail finto analcolico.
Finita
la vacanza arrivano le prime piogge, quasi un cliché che non deve
mai mancare, la stessa pioggia che spesso nasconde la lacrima sul
viso per un amore finito e il ritorno alla quotidianità di tutti i
giorni. Ricomincia la scuola, riaprono gli uffici e le fabbriche.
Compare la scritta fine sull’ultima pagina del nostro diario
virtuale. Magari, qualche mese dopo, guardi i fiocchi di neve fuori
dalla finestra mentre prepari l’albero di Natale, sognando il mare,
la spiaggia e la spensieratezza di una stagione calda come quella
estiva.
Agosta A.
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