Ma quale memoria?

Oggi, 27 gennaio, ricorre il Giorno della Memoria dedicato al ricordo delle vittime della Shoah durante il regime nazista.
Ai bambini si insegna che ricordiamo per non dimenticare le terribili vicende di queglia anni, affinchè  si faccia in modo di non ricorrere negli stessi errori. Tuttavia, osservando il mondo che ci circonda, in primis l'Europa stessa, mi rendo conto che l'ipocrisia regna sovrana e che tutti noi, a quanto sembra, abbiamo la memoria corta. Quante Shoah si stanno compiendo in questo momento in Europa? Non prendiamoci in giro con la storia della memoria se poi il nostro presente è formato da mille olocausti quotidiani: l'Europa che sta innalzando muri contro chi scappa dalla guerra in cerca di aiuto; forze armate che sparano a chi cerca di mettersi in salvo perché noi non siamo in grado di organizzarci per accogliere i richiedenti asilo in modo civile e regolamentare; profughi che si ammassano in zone di frontiera in condizioni al limite della sopravvivenza, nel tentativo di superare muri, fili spinati e barriere, il tutto sperando di non essere colpiti da un proiettile o da gas lacrimogeni; bambini innocenti morti su una spiaggia.
Se questo è il nostro modo di ricordare, stiamo dando uno schiaffo non solo a chi ha vissuto in prima persona la persecuzione nazista, ma anche a chi subisce oggi le nostre persecuzioni, più di settant'anni dopo.
Oggi è il Giorno della Memoria, ma è anche il giorno della negazione della memoria, il giorno in cui da un ricordo contro la violenza stiamo generando altra violenza. Come nell'immediato secondo dopoguerra si chiudevano gli occhi di fronte a quanto accaduto pochi anni prima, oggi chiudiamo gli occhi non solo verso il nostro passato, ma anche verso il nostro presente.
"Voi che vivete sicuri / Nelle vostre tiepide case", scriveva Primo Levi, "Voi che trovate tornando a sera / Il cibo caldo e visi amici: / Considerate se questo è un uomo... / Che muore per un sì o per un no". L'Europa, noi tutti siamo coloro che, oggi, ci siamo arrogati il diritto di dire sì o no alla vita di questi uomini, donne e bambini, mentre viviamo tranquilli a casa nostra. E la Storia si ripete, con o senza memoria.

Arrabito C.


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