Montalbano da (vero) record: oltre 11 milioni di spettatori e 44% di share

Che dire? Difficile trovare le parole per il nuovo record di Luca Zingaretti: lunedì sera Il Commissario Montalbano è stato visto da 11 milioni 268 mila telespettatori, pari al 44,1% di share. E per una volta la parola record — spesso abusata in un mondo dove per farsi ascoltare bisogna alzare la voce, dilatare i sostantivi e ingrandire gli aggettivi — è quanto mai pertinente. Mai così tanto aveva fatto la fiction di Rai1: in termini di telespettatori il miglior risultato (10 milioni 862 mila) era arrivato con l’episodio Una faccenda delicata (29 febbraio 2016), mentre in termini di share (40,9%) la migliore performance risaliva a La piramide di fango (7 marzo 2016). Ora la prossima asticella da superare sarà rappresentata da Come voleva la prassi, in cui Montalbano ha indagato sulla morte di una ragazza che ha partecipato a un festino finito male.
La metà dei televisori sintonizzata su Rai1
Il risultato così eclatante lascia oggettivamente interdetti, praticamente la metà dei televisori accesi lunedì sera era sintonizzata su Rai1. E la spiegazione non si può nemmeno trovare nella qualità del prodotto che — pur essendo alta — non giustifica da sola un’attenzione e un’attesa così plenaria. La ricetta di Montalbano sembra quasi semplice — un eroe positivo, i paesaggi da cartolina, il the end consolatorio — con l’aggiunta della qualità letteraria della scrittura che nasce dai romanzi di Camilleri che fanno da canovaccio portante alla sceneggiatura. Fosse così però basterebbe trasportare qualunque libro ben scritto sul foglio digitale dello schermo tv per avere un prodotto di successo. Invece no. C’è sempre quel che di insondabile e impalpabile, quell’inspiegabile e indefinito che è nella sostanza aleatoria e volatile di molti best seller televisivi. Si può solo azzardare una spiegazione: forse in un mondo che va ormai troppo veloce, Montalbano e il suo elogio della lentezza sono la risposta che vorremmo avere.
Zingaretti: «Riflette emozioni e brividi che restano»
Anche le parole di Zingaretti non riescono a spiegare fino in fondo il fenomeno Montalbano: «È un classico, riflette emozioni e brividi che restano. Camilleri non racconta dei gialli, ma il nostro mondo. Noi siamo ancora qua, abbiamo parlato al cuore della gente e il cuore della gente ci ha voluto ascoltare, bontà sua». Dunque una questione di cuore? Per quanto fondamentale è difficile pensare che basti il solo muscolo emotivo, ma trovare una motivazione è come camminare in un labirinto da cui non c’è uscita. Un’ultima considerazione su Zingaretti: ormai è fatto della stessa sostanza di Montalbano, in ogni altra interpretazione l’attore risulta — essendo il personaggio così popolare — inevitabilmente poco credibile. Croce e delizia, perché ormai il suo personaggio rimarrà televisivamente immortale. In fondo il panorama — da una torre d’avorio — può non essere male.

Corriere.it

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