Panatta e la sua maglietta rossa per sfidare il dittatore Pinochet
"Pinochet
sanguinario, Panatta miliardario".
La maglietta rossa di Adriano
Panatta, il capitano ribelle e il più forte tennista della storia
italiana, e
del compagno di squadra Paolo Bertolucci, indossate il
18 dicembre del 1976 alla prima
del doppio di Coppa Davis contro il Cile,
per sfidare la dittatura del milionario e sanguinario Augusto
Pinochet,
rischiando l'arresto o la fucilazione, come scherzosamente fu detto.
Però,
tuttavia, la scelta di Panatta, già vincitore di due tornei
importanti su terra rossa, a Roma sconfiggendo l'argentino Guillermo
Vilas, a Parigi battendo l'americano Harold Solomon, fu criticata dai
partiti di estrema sinistra nettamente contrari, e da un gruppo di
giovani che al coro “Non si giocano volée con il boia Pinochet”,
si riunirono in corteo per protestare contro un giocatore viziato e
insensibile. “Ascoltavo quelle urla e ci rimanevo male; non sono
mai stato comunista, perché colpito dalle privazioni che subivano i
miei colleghi dell'Est, ma sono sempre stato di sinistra, influenzato
anche da mio nonno Luigi, che fu amico di Nenni. Quei giovani che mi
insultavano non conoscevano nulla di me e intanto non si sapeva
ancora se avremmo disputato la finale”. Intanto il capitano Nicola
Pietrangeli, e i quattro tennisti, non volevano assolutamente
rinunciare all'incontro. Diventò un caso
politico, un momento in cui il Cile era oppresso dal regime assoluto
di Pinochet, pronto ad annullare le istituzioni
rappresentative che avevano permesso al Paese di diventare la prima
nazione con un capo di Stato marxista, Salvador Allende, mentre
in Italia imperversavano i delitti politici voluti dalle brigate
rosse, gli italiani piangevano le vittime del terremoto
in Friuli e scoppiava lo scandalo Lockheed. Il viaggio in Sudamerica
era una ghiotta occasione per ridare una nuova immagine al nostro
Paese, ormai sbiadita da tanto tempo.
“Non
sarebbe stato giusto che la Coppa finisse nelle mani del Cile del
regime-Pinochet piuttosto che nelle nostre”. Parole di Enrico
Berlinguer, segretario del PCI, che permise l'impresa italiana in
terra cilena. E voleva che lo sapessero. Gli azzurri ritornarono in
Italia vincitori di una insalatiera d'argento, oltre al prestigio di
aver sfidato a testa alta i militari sudamericani che non furono
felici delle loro magliette rosse.
Nel
2009 il regista Mimmo Calopresti girerà il film-documento per
raccontare la finale di Coppa Davis attraverso filmati amatoriali,
alternando scene
d'epoca all'attualità.
Agosta A.
Commenti
Posta un commento