A Milano nasce la casa rifugio per le vittime di omofobia
Il sindaco Pisapia, prima della fine del suo
mandato, avvierà un progetto per la realizzazione di una casa-ricovero per
accogliere gay, bisessuali, lesbiche e trans, ovvero uomini e donne che hanno
subito violenze fisiche o discriminazioni omofobe.
Il progetto prevede il recupero di uno dei tanti
appartamenti confiscati alla mafia e presenti in città, una vera casa dei
diritti gestita dall'esperienza dei servizi sociali, un rifugio dove restare per qualche
mese.
L'idea è quella di ospitare giovani, specialmente nella fascia di età tra
i 20 e i 30 anni, rifiutati
dalla società per il loro orientamento sessuale. I casi sono tanti, quasi tutti
uguali, vittime dei propri familiari o della rete internet, che non accettano
la realtà dei fatti.
Giovanni, nome inventato di un ragazzo siciliano
omosessuale, scappato dal suo paese e venuto a Milano perché cacciato dalla
famiglia. Come Giovanni sono tanti gli episodi simili, ripercussione di un
comportamento ipocrita voluto anche dalla Chiesa, che da sempre si batte per
nascondere i gli episodi dei preti pedofili.
“ Dopo il registro delle unioni civili e la possibilità di
redigere il testamento biologico, per il Comune questo è un ulteriore passo per
far vivere la cultura dei diritti”. Parole dell'assessore al Welfare, Pierfrancesco
Majorino.
Agosta A.
Commenti
Posta un commento