Se la ragazza turca ride è sinonimo di immoralità

Ridere di gusto non ha fatto mai male a nessuno. La risata può essere coinvolgente e cancellare i cattivi pensieri. La risata può essere spontanea, o indotta da una situazione creata apposta per l’occasione.
Ridi che ti passa”. “Meglio ridere che piangere”. “Il pianto non porta a nulla”. Vecchi detti delle nostre nonne che non sbagliavano mai.
Però, tuttavia, non tutti sono favorevoli alla risata, come il vicepremier islamico Bulent Arinc. Secondo il vicepremier Aric, ospite in un meeting internazionale, la ragazza islamica che ride in pubblico compie un gesto scandaloso, quasi da donna dai facili costumi. <<Le ragazze turche si sono fatte coinvolgere dalla dirompente “corruzione della moralità”>>. Per Bulent Arinc , la donna invita l’uomo ai piaceri della vita.
<<Dove sono finite le nostre ragazze? Quelle fragili come petali di rose >>. Il vicepremier non comprende questa nuova facoltà di pensiero, attribuendo al mondo occidentale lo sfacelo di un modo di vivere puro e lontano dai cattivi pensieri.
Sempre secondo Aric, la donna turca, al cospetto di un uomo, deve abbassare il capo, volgere lo sguardo altrove e arrossire consapevole per la propria castità.
La vita musulmana, per una donna, è diversa da quella occidentale. La donna musulmana deve assecondare le esigenze dell’uomo che ha sposato. Crescere i suoi figli e prepararli alla vita dell’islam come forma di vita e forza vivente. Abbigliarsi secondo le tradizioni locali e astenersi dalle mode dettate da quel mondo lontano dalle loro abitudini. Una vita fatta di doveri e di pochi piaceri.
La risposta delle ragazze turche non è mancata. Centinaia di donne, per protesta, hanno postato su Twitter le loro foto mentre ridono.
Si può essere casti anche mostrando una sana risata in un luogo pubblico. 

Agosta A.

 

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