Marilyn, icona pop di sempre

Marilyn, capelli biondi e corpo da pin up, aveva cominciato la sua carriera come modella per poi diventare, suo malgrado, il simbolo della bionda svampita nella cinematografia americana degli anni Cinquanta. Quando approda sul grande schermo recita in film rimasti nella storia del cinema, come “A qualcuno piace caldo”, per il quale riceverà il Golden Globe come migliore interprete femminile.
Muore il 5 agosto del 1962 in circostanze misteriose, lasciando dietro di sé una scia di interrogativi tuttora senza risposte certe. La causa del suo decesso fu attribuita ufficialmente a un’overdose di barbiturici, ma non tutti vogliono credere a una fine tanto repentina e ingloriosa: le incongruenze sulla sua morte portano a valutare l’ipotesi di un omicidio collegato alle relazioni che Marilyn intratteneva sia con l’allora presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, sia con il fratello Robert, Ministro della Giustizia.
Marilyn Monroe era nata a Los Angeles il 1° giugno del 1926 con il nome di Norma Jeane Mortensen. Qualcuno ha sospettato che la sua nascita sia la conseguenza di uno stupro, la madre era mentalmente instabile.
La piccola Norma Jeane trascorre un’infanzia infelice, passando da una famiglia affidataria all’altra e, per emanciparsi da questa vita vagabonda, a 16 anni sposa Jim Dougherty, figlio dei vicini di casa di sua zia Grace. Poco dopo il matrimonio e con grande disappunto del neomarito, inizia a lavorare per contribuire al menàge familiare. Lavora in fabbrica: dipinge fusoliere di aerei e impacchetta paracadute finché il destino non si palesa nei panni di un fotografo che la ritrae sul luogo di lavoro, eleggendola “Miss Lanciafiamme”. Da allora inizia la sua carriera di modella culminata con il celebre servizio fotografico per Playboy: lei nuda e bellissima ritratta su un drappo rosso.  Potrebbe costarle la simpatia dell’America puritana ma Marilyn non è soltanto bella: è una stratega della comunicazione e sa istintivamente come agire: “l’ho fatto per pagare l’affitto”. Fine dello scandalo e inizio del suo percorso da star.
Come immediata conseguenza, Marilyn divorzia dal primo marito, che non può seguirla nella sua ascesa e il 14 gennaio del 1954, presso il municipio di San Francisco, sposa Joe Di Maggio, altra icona nazionale, dal quale divorzierà nove mesi dopo, per la folle gelosia di lui. Joe Di Maggio non sarà l’unico uomo della sua vita. Il 29 giugno del 1956 si sposa per la terza volta, con il noto scrittore Arthur Miller, ma la loro vita coniugale non è facile: lui la considera evanescente e fatua e ne offre un ritratto impietoso ne “Gli Spostati”, pur non disdegnando che sia la moglie  mantenerlo mentre lui è intento a creare. Marilyn era una grande attrice, e le sue interpretazioni restano indimenticabili, come quella, celeberrima, in “Quando la moglie è in vacanza” di Billy Wilder: mentre cammina su un condotto di areazione della metropolitana, il passaggio del treno le farà sollevare il celebre abito bianco a pieghe, battuto recentemente all’asta per svariati milioni di dollari. Una scena rimasta indelebile nella storia del cinema, perché lei è l’icona di un mito che non tramonterà mai.

Agosta A.

 

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