KEVIN COSTNER ESCE DALL’OBLIO GRAZIE ALLO SPOT PUBBLICITARIO
Hollywood lo ha consacrato come l’attore sex simbol degli anni ’90, grazie
allo sguardo affascinante e ai gesti d’altri tempi. Lui è Kevin Costner, l’uomo
che ballava coi lupi nel film da lui diretto nel 1990, che gli valse ben
7 premi Oscar e si rivelò un successo al botteghino. La storia è ambientata nel
1885, durante la Guerra di Secessione, e racconta le problematiche degli
indiani Sioux in lotta con la confinante tribù dei Pawnee.
Il suo successo pare inarrestabile, seguiranno pellicole come “Robin
Hood-Principe dei ladri”, “JFK-un caso ancora aperto” e “Un mondo perfetto”.
Gli anni passano, Costner matura come uomo e come attore, ma non riuscirà più a
ripetere il grande successo che lo ha consacrato al grande pubblico.
Accantonati fucili e spade, la sua stella improvvisamente si oscura.
Il suo declino cinematografico inizia nel 1995 con il film “Waterwold”, da
lui prodotto e interpretato, un film presentato come un kolossal e dai costi
esorbitanti. La storia non piace agli americani.
Ci riprova nel 1997 con “L’uomo del giorno dopo”, ma anche stavolta il
pubblico non lo premia. Sembra che non riesca a trovare il copione giusto per
rivivere i tempi d’oro di quando interpretava il ladruncolo che “rubava ai
ricchi per dare ai poveri”. E, per consolarsi, si dà alla musica, la sua
seconda passione.
Ma in questi
giorni lo vediamo pubblicizzare in tv una nota marca di tonno di produzione
italiana, e tanto è bastato per ridare lustro al suo personaggio. Per di
più, ha dichiarato di devolvere il suo compenso per sovvenzionare iniziative
benefiche da lui promosse. Applausi.
Agosta A.
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