“Montalbano sono. E sarò”

L’idea geniale di Camilleri: il commissario non morirà né andrà in pensione.

Un colpo di genio, l’ennesimo, forse il più alto. Camilleri non farà morire Montalbano. Ed è un colpo di scena, l’ennesimo, forse il più spettacolare. Perché da tempo era circolata – non smentita – l’idea che lo scrittore agrigentino avrebbe fatto morire il suo eroe. Invece no: “Montalbano non muore e non va in pensione”, ha detto a #Cartabianca.
Maigret, il suo caro Maigret, invece in pensione ci andò (“Maigret in pensione”, è uno dei titoli simenoniani). Ma “Salvo” no. E non morirà, come invece accadde a Hercule Poirot.
Sull’ultimo romanzo che avrà per protagonista il commissario di Vigata la cosa più bella l’ha detta lui stesso: “L’ho scritto 11 anni fa perché mi era venuta un’idea su come far finire Montalbano, temendo l’Alzheimer ho preferito scriverlo subito”. Come Proust che scrisse insieme il primo e l’ultimo volume della Recherche. Saranno vere, l’una e l’altra circostanza?
Ma allora che fine farà Montalbano? Camilleri non ha svelato l’arcano. Giustamente. Il genio va rispettato, atteso, persino temuto. “Montalbano non potrà comparire in nessun’altra forma”: fine, stop.
Non morirà, e va bene: d’altronde perché infliggere un dolore agli aficionados sparsi ai quattro angoli del mondo? Perché non sconfiggere, almeno con l’arma della fantasia, la morte? Perché non proiettare su di te, carissimo Camilleri, l’alone immortale del tuo eroe? E perché infine non far trionfare il Tempo (ah, ancora Proust) sulla vita/morte?
E neppure invecchierà, il nostro Montalbano (“Non va in pensione”) – che senso avrebbe uno così su una panchina ai giardinetti? Cosa gli accadrà dunque? Si sarà rotto i cabasisi, Montalbano, e forse non mangerà più come un tempo e Livia lo annoierà e la sua Vigata andrà sempre peggio e Catarella, Fazio e persino Mimì Augello chissà che faranno, dove saranno.
Ma noi che maneggiamo da anni quei magnifici camilleriani Sellerio blu dai titoli sillabati a perfezione (“La vo-ce-del-vio-li-no; Il-ca-ne-di-ter-ra-cot-ta; Il-lad-ro-di-me-ren-di-ne; La-for-ma-dell’-ac-qua) sappiamo che “Salvo” respirerà gli odori della Sicilia e l’aria del mare davanti alla sua casa, un po’ più vecchio, più ombroso, ma ancora più saggio e soprattutto vivo, per l’eternità.
l'Unità.tv

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