Referendum il 4 dicembre. Renzi: "La partita è qui ed ora"

La data del voto per il referendum costituzionale è il 4 dicembre. La decisione comunicata al termine del consiglio dei Ministri del pomeriggio. Si voterà dalle 7 alle 23. Il premier Matteo Renzi aprirà la campagna per il Sì il prossimo 29 settembre a Firenze. Il presidente del Consiglio, dopo il Cdm scrive nella E News: "La partita è qui ed ora". Insorgono le opposizioni. Intanto il premier a ''Quinta Colonna'' propone un ''patto della lavagna'' sulla 14/ma delle pensioni fino a 1.000 euro.
"Non c'è un motivo particolare" alla base della scelta del 4 dicembre come data per il referendum costituzionale. "In ogni caso ci sembra che da qui al 4 dicembre ci sia il tempo per sviluppare e approfondire un confronto tra i cittadini sui contenuti della riforma costituzionale che è il tema chiave: è una scelta che riguarda il funzionamento delle istituzioni", spiega il sottosegretario Claudio De Vincenti in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.

Renzi: 'La partita è qui ed ora' - "Questa Italia deve cambiare, non può rimanere ostaggio dei soliti noti, della solita palude che ha bloccato la crescita dell'ultimo ventennio". Ecco perché il referendum "è fondamentale", afferma Matteo Renzi nella E news. "Vogliamo superare il bicameralismo paritario sì o no? Vogliamo ridurre il numero dei parlamentari si o no? Vogliamo contenere i costi delle istituzioni si o no? Vogliamo cancellare il CNEL si o no? Vogliamo cambiare i rapporti Stato Regioni che tanti conflitti di competenza hanno causato in questi 15 anni si o no?", afferma il premier. "Vogliamo avere un Paese più stabile e più semplice o vogliamo tornare alle bicamerali D'Alema-Berlusconi o consegnarci a una strana forma di democrazia diretta in cui una srl di Milano controlla la democrazia interna di uno dei più grandi partiti del Paese e si lega ai propri amministratori da contratti privati con tanto di penali da pagare? La partita è tutta qui. Qui e ora. Chi vuole cambiare, ci dia una mano. Come fare è spiegato su www.bastaunsi.it ". 

Da Lega a M5s, le opposizioni insorgono - "Il 4 dicembre #iovotono per licenziare Renzi!", scrive su facebook il leader della Lega Matteo Salvini. Invece Massimo D'Alema, a Ercolano per inaugurare il comitato per il no, commenta: ''Se perde credo che Renzi non se ne andrà. Forse se prende una sveglia sarà un po' meno arrogante''. ''Questa riforma - aggiunge - toglie alle Regioni poteri e autonomia e istituisce il principio della supremazia dello Stato''. ''In cambio'', ha spiegato, ''offre come contentino al ceto politico regionale il fatto che un certo numero di consiglieri regionali potrà fregiarsi del titolo di senatori e avere l'immunità parlamentare''. M5S attacca: "E' grave che Renzi abbia scelto la data senza consultarsi con le opposizioni. Ed è altrettanto grave e vergognoso che abbia negato ai cittadini la possibilità di esprimersi su un tema così delicato e importante, facendo un'indegna melina". 
E' intervenuta anche la Cei, con un appello: "Il Paese - ha ricordato il card.Bagnasco - è atteso per un importante appuntamento, il Referendum sulla Costituzione. Come sempre, quando i cittadini sono chiamati ad esprimersi esercitando la propria sovranità, il nostro invito è di informarsi personalmente, al fine di avere chiari tutti gli elementi di giudizio circa la posta in gioco e le sue durature conseguenze".
Migranti: Salvini alla lavagna, smantello bugie di Renzi - "La lavagnetta che aveva il fenomeno la voglio anche io per smontare le sue bugie": anche Matteo Salvini, ospite a Quinta Colonna su Rete4 subito dopo Matteo Renzi, si è messo alla lavagna per parlare, dati alla mano, di migranti e costi. Il leader leghista munito di pennarello ha tra l'altro sottolineato come "dei 130 mila sbarcati, in 70 mila fanno domanda di asilo e solo a 2853 (il 5%) viene riconosciuto l'asilo politico". Salvini ha poi ricordato i "4 mila morti che - ha detto- quelli buoni come Renzi, Boldrini e tutti quelli che dicono "venite pure tutti qui" hanno sulla coscienza". "Se 2853 vedono riconosciuto l'asilo politico - ha concluso - tutti gli altri vanno espulsi".
Ansa

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