Kenya: Kenyatta proclamato vincitore, esplode la violenza


Uhuru Kenyatta è stato proclamato vincitore per un secondo mandato presidenziali nelle elezioni presidenziali tenutesi martedì, ha fatto sapere in serata la Commissione elettorale, e subito si sono sentiti spari e grida nelle strade in varie parti del Paese. Il leader dell'opposizione sconfitto, Raila Odinga, non riconosce l'esito delle urne, dichiarandolo nullo, compromesso da brogli.
Nello stesso momento hanno iniziato a festeggiare i sostenitori di Kenyatta, un po' in tutto il Kenya. Secondo la polizia, le violenze sarebbero esplose in almeno due regioni dove l'oppositore Odinga è maggioritario, come il sobborgo di Nairobi Kibera e la città meridionale di Kisumu. I suoi sostenitori, che pure escludono di ricorrere legalmente contro il verdetto delle urne, contestano quest'ultimo, che darebbe al presidente uscente Kenyatta oltre il 54% dei suffragi. Odinga fece già ricorso dopo il voto del 2013, in cui era stato sconfitto, ma senza successo. "Ci sono spari dappertutto. Non sappiamo quando finiranno, ma stiamo pregando per la pace", ha dichiarato Lucas, abitante di Kisumu. Il Kenya ha ben impressi nella memoria le sanguinose violenze che esplosero dopo le elezioni del 2007, che fecero oltre mille morti.

Kenyatta a Odinga,'non siamo nemici ma parte nazione'  - Il presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta, ai quali i risultati elettorali assegnano un secondo mandato, ha lanciato un appello ad "astenersi dalla violenza". Quindi si è rivolto al suo rivale, Raila Odinga, che non riconosce i risultati, affermando: "Noi non siamo nemici". Mentre i suoi sostenitori festeggiavano in piazza a Nairobi, ma si odono anche spari in alcune aree del Paese e anche a Nairobi, Kenyatta ha detto, sempre a Odinga: "Siamo cittadini di una repubblica. Come in ogni competizione, ci sarà sempre un vincitore e ci sarà anche un perdente. Ma apparteniamo entrambi ad una grande nazione chiamata Kenya. Io ti tendo la mano in segno d'amicizia", aggiunge secondo quanto riporta Al Jazeera.

Ansa

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